Il potere della nostalgia nel marketing: come catturare l’attenzione dei clienti

Sei mai stato colpito da un improvviso senso di nostalgia? Quel momento in cui un ricordo del passato affiora nella tua mente, portando con sé un’ondata di emozioni positive e maliconicamente piacevoli?

La nostalgia è proprio un’emozione potente che può trasportarci indietro nel tempo, facendoci rivivere esperienze e ricordi speciali.

Quello che forse non sai è che la nostalgia può anche essere un potente strumento di marketing, come vedremo a breve.

A parte esplorare il concetto di nostalgia nel contesto “marketing” vedremo anche come questa può essere utilizzata per catturare l’attenzione dei clienti.

Nostalgia come leva emotiva nel marketing

La nostalgia è una connessione affettiva e positiva al passato. Quando pensiamo a esperienze o periodi della nostra vita passata, spesso proviamo un senso di calore e felicità.

Nel marketing, la nostalgia viene utilizzata proprio per evocare emozioni positive nei consumatori, creando un legame emotivo con un’altra epoca.

Questo legame può influenzare le decisioni di acquisto, dato che le emozioni influiscono sulla nostra capacità decisionale ed hanno dunque un ruolo fondamentale nel modo in cui ci comportiamo in qualità di consumatori.

Utilizzare la nostalgia per creare un legame emotivo

Come appare evidente, le aziende possono sfruttare la nostalgia come una strategia il cui scopo è quello di creare un legame emotivo con i propri clienti.

Un esempio efficace di questo tipo di approccio è l’utilizzo di elementi nostalgici, come le insegne vintage. Esse rappresentano un chiaro richiamo al passato, con il loro stile retrò e l’aspetto iconico che le contraddistingue.

Quando i consumatori vedono un’insegna vintage vengono trasportati indietro nel tempo, evocando ricordi e sentimenti positivi associati a quell’epoca.

Ecco perché utilizzare questo tipo di insegne può essere una scelta indovinata per attività commerciali di qualsiasi tipo.

Uno strumento efficace per catturare l’attenzione dei clienti

Dunque le insegne vintage possono essere definite come uno strumento davvero efficace per catturare l’attenzione dei clienti e creare un’atmosfera nostalgica all’interno di un negozio o di un ristorante.

Questo tipo di prodotto può essere collocato strategicamente in diverse posizioni per massimizzare il suo impatto. Ad esempio, un’accogliente insegna vintage all’ingresso ( o nelle sue vicinanze) può attirare l’attenzione dei passanti e invitarli ad entrare.

Inoltre, le insegne vintage possono essere posizionate all’interno del locale per creare un’atmosfera più retrò e coinvolgente.

Non ci sono limiti se non quello della fantasia e del buon gusto nello scegliere il prodotto più adatto al tipo di locale e posizionarlo laddove può essere valorizzato al massimo.

Il legame tra nostalgia e fedeltà dei clienti

L’uso della nostalgia nel marketing non solo cattura l’attenzione dei clienti, ma può anche contribuire alla creazione di legami di lunga durata.

Quando le attività commerciali riescono a creare un’esperienza “nostalgica” per i propri clienti, ovvero una parentesi in cui affiorano alla mente piacevoli ricordi, questi tendono ad essere più fedeli e affezionati al brand, preferendolo agli altri.

La nostalgia crea infatti un senso di familiarità e comfort, che può portare i clienti a scegliere ripetutamente un determinato prodotto o servizio nel corso del tempo.

Conclusioni

In breve, la nostalgia può essere definita a tutti gli effetti uno strumento di marketing in grado di catturare l’attenzione dei clienti e di creare un legame emotivo con loro.

Le insegne vintage sono solo un esempio di come gli elementi nostalgici possano essere utilizzati in modo efficace, ed il consiglio è quello di sperimentare non solo con loro, ma anche con immagini d’epoca e messaggi che richiamino il passato.

Dunque val la pena esplorare le infinite possibilità di questi strumenti per coinvolgere i clienti e legarli al proprio brand. Non sottovalutare dunque il potere della nostalgia: è una preziosa risorsa da sfruttare al meglio!

Consumi e stili di vita degli italiani al tempo delle rinunce

Esaurita l’esuberante crescita post pandemica, l’economia italiana perde la spinta dei consumi che hanno sostenuto il Pil nella prima parte del 2023.  A quanto emerge dal Rapporto Coop 2023 – Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e domani, redatto dall’ufficio Studi di Ancc-Coop, nei prossimi mesi infatti le intenzioni di spesa degli italiani fanno segnare una brusca inversione di rotta: il 36% ridurrà i consumi e solo l’11% li aumenterà. Le prospettive sono appesantite dall’eccezionale crescita dell’inflazione che ha abbattuto il potere d’acquisto in una misura pari a 6.700 euro pro-capite. Secondo l’80% dei manager intervistati bisognerà aspettare almeno il 2025 prima che la crescita dei prezzi torni ai livelli pre-pandemici. 

Il lavoro non paga e i prezzi salgono 

A fronte di un drammatico impoverimento, la dinamica delle retribuzioni resta insufficiente. Il 70% degli occupati avrebbe bisogno almeno di un’altra mensilità per condurre una vita dignitosa. Da qui la tendenza ad aggiungere lavoro al lavoro come strategia di difesa dal carovita, aumentando il numero di ore lavorate (27%) o eseguendo lavoretti aggiuntivi (25%). Ma a dispetto di questo impegno ulteriore, l’impatto devastante dei prezzi trascina 27 milioni di italiani (+50% vs 2021) in una condizione di disagio duraturo, costringendoli a rinunciare allo standard di vita minimo accettabile almeno in un ambito. Il 10% non arriva a fine mese e un’ulteriore 23% ci arriva, ma teme di non farcela. 

Il disagio affonda la classe media

Anche se in un qualche modo si sbarca il lunario, si fanno grandi rinunce (20%) o sacrifici. Tra le famiglie middle class meno della metà riuscirebbe a fare fronte senza difficoltà a una spesa imprevista di 800 euro. La categoria più in difficoltà è quella dei giovani: la GenZ (18-34enni) vive in una sorta di apartheid in termini retributivi, e il dislivello generazionale con i boomers è impietoso.
A fronte di una retribuzione media, i primi scendono del 23% mentre i secondi salgono di oltre il 17%. E a parità di inquadramento, un giovane italiano guadagna quasi la metà di un over50. Non stupisce se il 40% di loro immagina di vivere altrove da qui a 2/3 anni e il 20% sta progettando di farlo.

L’enigma di un’imperscrutabile serenità

Eppure, gli italiani continuano a manifestare una sorprendente assenza di rabbia o rancore sociale. La fotografia scattata dal Rapporto è di un Paese certamente inquieto (30%, +6% vs 2022), dove crescono i timori (32% vs 20%), ma che vede rafforzare fiducia (36%), serenità (29%), accettazione (23%) e aspettativa positiva (28%). Un ostinato, pacato, ottimismo che costituisce uno dei grandi punti di forza del sistema Paese, ma che fa emergere anche tutta la fatica quotidiana per tenere insieme i pezzi.
Non sorprende che 1 italiano su 5 faccia un uso più o meno abituale di psicofarmaci, e che i farmaci per ipertensione, gastrite e stress svettino in cima alla classifica dei medicinali più venduti.

Italiani in prima linea contro le confezioni alimentari in plastica 

Ben nove su dieci si dicono pronti a fare sacrifici per aiutare la salvaguardia dell’ambiente. E la propensione green degli italiani sembra cominciare dalla rinuncia alle confezioni e agli imballaggi alimentari in plastica. Lo rivela un sondaggio Ipsos del 2023 commissionato da Marevivo, associazione Onlus che opera in difesa del mare e dell’ambiente, con il sostegno della Fondazione Hillary Merkus Recordati, nell’ambito della campagna #BastaVaschette. Solo un italiano su cinque però dichiara di conoscere il processo di riciclo della plastica, e poco più di uno su dieci è a conoscenza della proposta di regolamentazione dell’Unione Europea in materia di imballaggi, finalizzata a ridurre la quantità di rifiuti in plastica e migliorare il riciclo di quella in circolazione. 

Il 78% dei consumatori preferisce frutta e verdure sfuse

Se è vero che per la transizione green è necessario l’impegno di tutti, gli italiani sono in prima linea. Secondo quanto emerge dal sondaggio Ipsos, di fronte alla possibilità di scegliere se acquistare frutta e verdura in confezione di plastica oppure sfuse, il 78% degli intervistati opta per la seconda soluzione, e solo il 22% per quella confezionata. Un dato particolarmente indicativo, specie se si pensa che l’82% degli italiani consuma frutta e o verdura quotidianamente, acquistandola nel 70% dei casi presso supermercati e ipermercati.

Meglio senza imballaggi, ma non per tutti 

Le principali motivazioni che spingono gli italiani ad acquistare frutta e verdura sfuse sono la possibilità di scegliere l’esatta quantità di prodotto, indicata dal 35% degli intervistati, e il fatto di poter ‘toccare con mano’ la qualità dei prodotti che si stanno acquistando (29%). Coloro che invece optano per prodotti vegetali confezionati lo fanno per ridurre i tempi della spesa e per una presunta maggiore garanzia di igiene. Riguardo le confezioni alimentari in plastica esistono ancora diversi falsi miti da sfatare. Il 22% del campione di italiani infatti è ancora convinto che gli imballaggi di plastica proteggano la nostra salute, e il 19% che contribuiscano a ridurre lo spreco alimentare.

Ridurre il consumo di plastica è comunque fondamentale per difendere l’ambiente

Parallelamente, emergono dati confortanti che sottolineano una maggiore consapevolezza e sensibilità degli italiani rispetto al tema degli imballaggi in plastica. Oltre il 90% degli intervistati, riporta Adnkronos, è ben conscio che ridurre il consumo di plastica sia fondamentale per difendere l’ambiente e che ciascuno può contribuire attivamente a migliorare la situazione con le proprie azioni. Da sottolineare anche la richiesta da parte della stragrande maggioranza del campione di italiani (90%) di più azioni di sensibilizzazione e informazione da parte del Governo e delle istituzioni sui temi del rispetto dell’ambiente.

Per i dirigenti i vantaggi dell’AI generativa superano le preoccupazioni

Nonostante i potenziali rischi in termini di violazione del copyright e di cybersecurity, il 74% dei dirigenti ritiene che i vantaggi offerti dall’AI generativa siano superiori alle preoccupazioni a essa associate. Per il 70% dei dirigenti l’AI generativa consentirà alle organizzazioni di ampliare il raggio d’azione dei knowledge worker, e il 96% sostiene che l’AI generativa sia uno dei temi più rilevanti per i Cda. Inoltre, il 40% delle organizzazioni dispone già di un team e un budget interamente dedicati a questa tecnologia. È quanto emerge dall’ultimo report del Capgemini Research Institute, dal titolo Harnessing the value of generative AI: Top use cases across industries.

Customer experience più interattive e coinvolgenti

Le piattaforme o gli strumenti basati sull’AI generativa ritenuti più rilevanti sono i chatbot per automatizzare il customer service e migliorare i processi di knowledge management (83%), così come progettazione, raccolta e sintesi dei dati (75%), La maggior parte dei dirigenti ritiene inoltre che l’AI generativa renderà il design di prodotti e servizi più efficiente (78%) e accessibile (76%), favorirà lo sviluppo di customer experience più interattive e coinvolgenti (71%), e migliorerà il customer service grazie a un’assistenza automatizzata e personalizzata (67%).

Il settore high-tech è il più convito dei vantaggi

Entro tre anni, e dopo aver implementato con successo l’AI generativa, i dirigenti prevedono una serie di vantaggi: aumento dell’8% delle vendite, riduzione dei costi pari al 7%, miglioramento del 9% in termini di engagement, soddisfazione dei clienti ed efficienza operativa. 
I dirigenti ritengono che questa tecnologia possa apportare valore aggiunto anche in ambito sales (54%) e marketing e comunicazione (48%). I dirigenti del settore high-tech sono quelli più convinti (84%) che l’impatto complessivo dell’AI generativa sarà positivo. Quasi il 70% afferma che le loro organizzazioni hanno all’attivo progetti pilota di AI generativa e il 18% ha già implementato l’AI generativa in alcune sedi o funzioni aziendali. I due casi d’uso principali riguardano la modellazione 3D per forme dettagliate e la manutenzione predittiva.

Nuovi ruoli e investimenti per l’upskilling

Secondo il 69% delle aziende, l’AI generativa sarà in grado di sviluppare concetti e design iniziali dei progetti, di conseguenza, il ruolo dei dipendenti si sposterà dalla fase di progettazione e creazione a quella di revisione e perfezionamento degli stessi. La ricerca evidenzia come per il 69% dei dirigenti l’AI generativa favorirà l’emergere di nuovi ruoli, come AI auditor e AI ethicist. Con l’introduzione di nuovi ruoli basati sull’AI generativa, il 68% degli executive ritiene che l’integrazione della tecnologia all’interno dell’organico richiederà investimenti significativi in termini di upskilling e cross-skilling delle competenze.

I social network confermano la teoria dei sei gradi di separazione

L’idea che due individui anche molto distanti tra loro siano connessi attraverso una catena di un massimo di sei ‘strette di mano’, la cosiddetta teoria dei sei gradi di separazione, trova applicazione anche nei social network. Uno studio internazionale guidato dall’Istituto dei Sistemi Complessi del Cnr di Firenze, pubblicato sulla rivista Physical Review X, lo conferma. La teoria dei sei gradi di separazione risale al 1967, quando Stanley Milgram, professore all’Università di Harvard, ha lanciato uno degli esperimenti sociali più noti. La sua lettera, indirizzata a un ignoto agricoltore del Nebraska, avrebbe dovuto raggiungere il destinatario reale, un broker di Boston, passando di mano in mano. I risultati hanno mostrato che nella società americana esistevano percorsi sociali ben definiti, ponendo appunto le basi per la teoria dei sei gradi di separazione.

Ogni persona nel mondo è solo a sei “passaggi” da noi

Ogni persona nel mondo, non importa quanto lontana sia, è in realtà solo a sei ‘passaggi’ di distanza da noi attraverso la catena delle conoscenze. Un esempio? Si pensi di dover inviare una lettera a una persona che non si conosce e che vive dall’altra parte del mondo, ma invece di spedirla direttamente, si spedisca a un amico o un conoscente, che a sua volta passi la lettera a uno dei suoi amici, e così via.
La teoria dei sei gradi di separazione afferma che nonostante il mondo sia popolato da miliardi di persone per far arrivare la lettera alla persona giusta dall’altra parte del mondo ci vogliono solo sei di questi ‘passaggi’. 

Un flusso continuo di connessioni

Lo studio ha infatti rivelato che i percorsi tracciati dagli utenti dei social network nel creare nuovi collegamenti sono in linea con il modello dei ‘sei gradi’.
“Nei social network, gli individui navigano dinamicamente in cerca di connessioni strategiche – spiega Stefano Boccaletti, coordinatore dello studio -. Tale ricerca genera un flusso continuo di connessioni che si formano e si interrompono, con l’obiettivo di ottenere una posizione centrale nella rete. È sorprendente notare come, nonostante ciascuno agisca indipendentemente e senza conoscenza della rete nel suo complesso, i percorsi sociali che si formano si aggirano sempre intorno al numero sei”.

Dalle reti sociali alle infezioni da Covid  

Questa scoperta rinforza la teoria del ‘piccolo mondo’, secondo cui due nodi di una rete possono essere collegati tramite un numero relativamente piccolo di legami.
“Il nostro studio – aggiunge il ricercatore – ha rivelato una caratteristica intrinseca non solo delle reti sociali, ma di molti altri sistemi complessi. Mentre l’esperimento di Milgram era limitato i moderni studi sistemici applicati a scala globale confermano la validità della teoria, che si tratti di milioni di utenti di un social network o di reti di collaborazione scientifica internazionale. L’esempio più drammatico è stato l’incredibile diffusione del Covid-19, dimostrando che in sei cicli di infezione un virus può diffondersi rapidamente in tutto il mondo”.

Milano, Monza Brianza e Lodi: risultati positivi trinati dalle costruzioni

Secondo il Rapporto annuale ‘Milano Produttiva’, realizzato dal Servizio Studi Statistica e Programmazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, nel 2022 l’economia delle tre province lombarde cresce del 4,7%, guidata da Milano (+5%), seguita da Lodi (+3,8%) e Monza Brianza (+2,9%). Decisiva è la spinta data dai comparti delle costruzioni (+9,1%) e dei servizi (+5,4%), che hanno contribuito a far registrare al territorio un surplus di 11 miliardi di euro rispetto alla situazione pre-pandemica. Nonostante il clima di incertezza geopolitica ed economica legata alle conseguenze della pandemia, lo scoppio del conflitto russo-ucraino e la recente crisi energetica, la macro area di Milano, Monza Brianza e Lodi continua quindi a registrare risultati positivi.

Sui tre territori operano quasi 390mila imprese 

Grazie al contributo determinante di Milano (+8.126), il saldo tra nuove iscrizioni (30.630) e cancellazioni (21.618) nel 2022 è di 9.012 imprese in più, +1,9%. Un trend migliore di quello nazionale (+0,8%) e lombardo (+1,2%) che si traduce in quasi 390mila imprese operanti sui tre territori.
“L’economia dei nostri territori è in buona salute nonostante le tensioni dovute all’aumento dell’inflazione, al rialzo dei tassi e alla guerra in Ucraina – dichiara Carlo Sangalli, Presidente della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi -. In particolare sono in aumento le start up innovative, che si stanno dimostrando molto resistenti alle crisi e alle tensioni degli ultimi anni”.

Occupazione: circa 34mila posti di lavoro in più nella città metropolitana

Nel 2022 nella città metropolitana di Milano il tasso di occupazione si attesta al 70,1%, grazie ai circa 34mila posti di lavoro in più, e la disoccupazione diminuisce al 5,4%. Complessivamente, nel territorio meneghino, gli occupati sono 1milione e 486mila, in crescita del +2,3%. Ma nonostante la crescita registrata nell’ultimo anno, nella provincia di Milano non si è ancora tornati ai livelli pre-pandemici. E se sono aumentate le donne occupate permane un divario di genere, poiché il tasso di occupazione femminile è inferiore dell’11,6% rispetto a quello maschile.
Resta inoltre elevato il tasso di disoccupazione giovanile (15-34 anni), che raggiunge quota 9,2%, valore, comunque, inferiore al dato nazionale (14,4%).

Milano sempre più attrattiva per turismo, capitale umano e innovazione

Milano continua a risultare attrattiva per il capitale umano qualificato, come dimostra la crescita del numero di giovani laureati provenienti dall’estero che si è mantenuta costante negli ultimi cinque anni.
Ciò si riflette sul sistema produttivo, grazie all’aumento delle start up innovative a guida giovanile e straniera, e delle start up internazionali che hanno stabilito a Milano una seconda sede.
In termini di attrattività turistica, dalla diffusione della pandemia la città si è riscoperta hub di un turismo di prossimità e domestico, a favore dell’intera area metropolitana. Questo, grazie alle nuove tendenze, come l’holiday working e il turismo sostenibile outdoor. Il volto turistico di Milano che porta alla città 6,7 milioni di persone, solo il 10% in meno dei numeri registrati prima della pandemia nel 2019.

Gli optional più utili per le piscine prefabbricate

Se stai pensando di far installare una piscina prefabbricata nel tuo giardino, è il momento giusto per pensare anche agli optional disponibili che ti consentono di aumentare il livello di comfort.

Gli optional possono infatti rendere la tua piscina ancora più comoda, sicura e divertente, come vedremo di seguito.

La copertura

Uno dei primi optional da considerare per la tua piscina è il sistema di copertura. Una copertura può aiutare a mantenere la piscina pulita e protetta dagli agenti atmosferici, riducendo così anche la necessità di effettuare frequenti pulizie.  

È un tipo di accessorio molto utile anche in Inverno, quando non si utilizza la piscina e cadono le foglie dagli alberi. Tra l’altro, una copertura può aiutare a mantenere la temperatura dell’acqua costante e ridurre il fenomeno dell’evaporazione.

Tra le possibilità più interessanti a disposizione per i sistemi di copertura ci sono le coperture invernali tubolari e la copertura isotermica estiva: la scelta del sistema adatto dipende dalle tue esigenze individuali e dal budget a disposizione.

Sistemi di illuminazione

L’illuminazione è sicuramente un altro optional interessante per le piscine in acciaio. La giusta luce può migliorare di tanto l’aspetto della tua piscina di notte e rendere al tempo stesso più sicuro il suo utilizzo, illuminandone il fondo.

L’illuminazione può essere installata sia sul fondo che sulle pareti laterali, per creare interessanti effetti visivi.

Di solito si preferisce optare per sistemi di illuminazione a led, che sono assolutamente sicuri e garantiscono inoltre consumi contenuti, oltre ad offrire una vasta gamma di colori tra i quali poter scegliere.

Robot per la pulizia del fondo della piscina

Un robot per la pulizia del fondo è un optional utile per mantenere la tua piscina sempre pulita e pronta all’uso, oltre che più sicura igienicamente. Questo tipo di dispositivo può pulire il fondo e le pareti della piscina in modo autonomo, riducendo così la necessità di pulizie manuali e dunque di manodopera specializzata.

Sul mercato esistono diversi tipo di robot per la pulizia del fondo della piscina, e la principale suddivisione è tra quelli con cavo e quelli senza cavo.

Riscaldamento dell’acqua della piscina

Il riscaldamento dell’acqua della piscina è un optional utile per prolungare la sua stagione di utilizzo. Il riscaldamento dell’acqua può rendere possibile infatti usufruire della piscina in maniera più confortevole, specialmente durante i mesi più freddi.

Le pompe di calore sono un’ottima risorsa per riscaldare l’acqua di una piscina, ed hanno una efficienza elevate che consente loro di raggiungere la temperatura di esercizio in breve tempo.

Scaletta esterna

Una scaletta esterna è una strumento davvero utile per facilitare l’accesso in vasca, oltre a renderne l’utilizzo più sicuro specialmente per i bambini e le persone anziane.

Il consiglio è quello di optare per scalette esterne in acciaio, le quali offrono grande resistenza all’usura e all’umidità.

Copertura isotermica estiva

Una copertura isotermica estiva è un optional utile se l’obiettivo è quello di mantenere l’acqua della piscina pulita e protetta dal sole. Una copertura isotermica può infatti ridurre l’evaporazione dell’acqua e mantenere la temperatura dell’acqua costante.

Tra l’altro una copertura di questo tipo è molto utile anche per impedire a foglie e polvere di depositarsi sulla superficie dell’acqua, dunque diventa anche uno strumento utile per mantenere pulita la tua piscina.

Centralina automatica pH-Cloro

Una centralina automatica pH-Cloro è uno strumento utile il cui scopo è quello di mantenere equilibrata la chimica dell’acqua della piscina. Questo dispositivo è in grado di monitorare e regolare autonomamente i livelli di pH e cloro dell’acqua, riducendo la necessità di controlli manuali.

Si tratta certamente di una soluzione utile per una piscina igienicamente sicura, in cui i batteri non siano liberi di proliferare.

Conclusione

Come appare evidente, gli optional per piscine possono migliorare l’esperienza quotidiana di utilizzo, rendendo la struttura più comoda, sicura e divertente. Ci sono diverse soluzioni tra cui scegliere, e chiaramente tutto varia in base alle proprie esigenze e tipo di budget.

A caratteri generali, possiamo dunque dire che gli optional per piscine prefabbricate possono migliorare significativamente il livello di comfort, rendendola così un’oasi di relax e divertimento.

Senior superano Millennial e GenZ per consapevolezza a tavola

In dieci anni cresce dal 61% al 91% la percentuale di italiani consapevoli di un’alimentazione sana e senza sprechi. Segno di una tendenza diventata a tutti gli effetti uno stile di vita. Tra i più sensibili, i Senior (80%), che superano Millennials (61%) e GenZ (52%), generalmente considerati i paladini di questa filosofia Emerge dal Trend Radar di Samsung, realizzato in collaborazione con Human Highway. Oggi quando si parla di abitudini alimentari sane, benessere e sostenibilità vanno di pari passo, e vengono concepiti come valori da tramandare ai più piccoli. Tanto che per il 94% degli intervistati è necessario insegnare ai bambini una cultura alimentare più consapevole.

La tecnologia è alleata alla sostenibilità alimentare 

Altrettanto diffusa è la consapevolezza che non basta solo mangiare bene, ma occorre avere uno stile di vita sano e sportivo (94%) e uno stile di vita sano significa anche adottare un’alimentazione sana (93%). Quanto sulla sostenibilità alimentare, il 92% del campione è d’accordo sul fatto che ci sia uno spreco eccessivo di cibo, l’89% che tutti debbano cambiare le abitudini alimentari per salvaguardare la Terra, l’89% che sia fondamentale consumare alimenti stagionali.
E la tecnologia in questo ambito è l’alleato principale. Gli italiani infatti si rivolgono a device o elettrodomestici per ricercare contenuti legati al cibo (91%), seguire uno stile di vita sano (90%) e avere un’alimentazione sostenibile (88%).

La GenZ cerca ricette online, e i MIllennials le “postano” su social

Ed è la GenZ a utilizzare maggiormente le app, che vorrebbe personalizzate e in grado di suggerire ricette (41,3%), tracciare le calorie e indicare i benefici nutrizionali degli alimenti (35%). Se il 48% del campione cerca ricette online, guarda programmi TV di cucina (46%) e legge recensioni dei ristoranti (45%), è sempre la GenZ a cercare maggiormente ricette online (43% Senior), recensioni di un ristorante (52%) o guardare video dei food blogger (37%), mentre i Senior guardano ricette in TV (50%), e i Millennials fotografano e postano le ricette (21%).

Alimentazione healty: frigo e forno in primo piano 

Gli italiani sono attenti soprattutto a come conservano il cibo nel frigorifero (38%) e utilizzano elettrodomestici che aiutano a cuocere in modo sano gli alimenti (30%). Le funzionalità del frigorifero sono più importanti per i Senior (54%), così come l’utilizzo di elettrodomestici per cucinare sano (35%), ma per tutti è il frigorifero l’elettrodomestico chiave (94%) per mantenere uno stile di vita alimentare sano e sostenibile. Il forno (91%) invece soddisfa le esigenze di una cottura healthy ottimale: il 77% predilige cucinare al forno perché più sano e il 63% al vapore per mantenere le proprietà nutrizionali.

Intelligenza artificiale: è davvero immune agli hacker?

Le tecniche e gli obiettivi dei cyber criminali sono in costante progresso e spesso sfruttano l’attualità o i temi emergenti nel dibattito pubblico, come l’Intelligenza artificiale. Ma i sistemi basati sull’Intelligenza artificiale sono davvero immuni dagli attacchi informatici? Pare di no.
Con l’aumento di popolarità del software di Intelligenza artificiale ChatGpt è stata osservata la creazione di nuovi virus e minacce informatiche, così come la creazione di e-mail che distribuiscono phishing. In ogni caso, “Si potrebbero raggruppare gli attacchi all’AI in due macrocategorie – spiega Pierluigi Paganini, ceo di Cyberhorus e professore di Cybersecurity presso l’Università Luiss Guido Carli -. Cioè gli attacchi contro i sistemi e gli attacchi ai modelli di Intelligenza artificiale”.

Attacchi contro i sistemi e attacchi ai modelli

“Alla prima categoria – continua Paganini – appartengono gli attacchi all’infrastruttura su cui si basa un sistema di AI, ad esempio, alle reti o ai server che lo ospitano, alle comunicazioni tra le componenti e l’accesso non autorizzato ai dati ed al modello stesso. Gli attacchi appartenenti alla seconda categoria prendono di mira specificamente il modello di AI utilizzato dal sistema. Un esempio è la manipolazione dei dati di addestramento o la modifica dei parametri del modello. In un attacco basato sulla manipolazione dei dati l’attaccante modifica o manipola i data set utilizzati per l’addestramento o l’alimentazione di un modello di Intelligenza artificiale con l’intento di interferire con il suo comportamento”.

Indurre il sistema a prendere decisioni errate

“Immaginiamo, ad esempio, di addestrare un sistema per il riconoscimento di un attacco informatico – osserva Paganini -: qualora un attaccante riuscisse a fornire false informazioni sugli attacchi nel set di addestramento potrebbe portare il modello a non riconoscere correttamente un attacco quando questo si verifica. In realtà i modelli possono essere attaccati non solo in fase di addestramento, ma anche in fase di esercizio, ovvero fornendo ai sistemi basati sull’AI dati studiati per influenzarne il comportamento e indurre il sistema a prendere decisioni errate”.

Le tecniche usate per ingannare l’AI

“Un’altra tecnica di attacco ai dati, nota come attacco di inferenza, consiste nel tentativo di ottenere informazioni sensibili dal modello di AI mediante una serie di interrogazioni ad hoc – puntualizza il ceo -. Questi attacchi, riporta Ansa, potrebbero essere sfruttati per eludere le limitazioni imposte al modello nell’iterazione con gli umani. Una ulteriore tecnica di attacco potrebbe avere come obiettivo quello di ‘avvelenare’ il modello di Intelligenza artificiale usato da un sistema. Può essere condotto in diverse fasi del processo di addestramento, dalla raccolta dei dati all’addestramento stesso. Talvolta si parla anche di ‘modifica dei pesi del modello’, ovvero della capacità di un attaccante di modificare direttamente i pesi del modello durante la fase di addestramento”.